di Beniamino Buonocore
Qualche tempo fa parlavo con un amico (in realtà con Giusto), che mi cercava da tre giorni, e per manifestarmi la sua goliardica incazzatura, mi dice che: "cazzo" mi vede on-line su facebook, e che poi devo smetterla di invitarlo a gruppi inutili, tipo: APRI UN TEATRO AD ISCHIA, che tanto a lui di Ischia non gli frega nulla.
Queste due cose, a mo di germoglio (o larva putrida se volete) hanno cominciato a insinuarsi nel mio pensiero generando un sacco di domande: A cosa serve FB?, a chi è utile FB?, perché usiamo FB?, abbiamo veramente capito come possiamo usare FB?.
Quello che mi pare sia successo è che FB nato come motore di aggregazione all’interno di una comunità circoscritta (l’università), e quindi utilissimo all’interno di un gruppo di persone che in qualche modo partono da una base condivisa di quotidianità, e che trovano coerenti (perché lo sono) le informazioni, più o meno frivole, che si scambiano, per motivi collegati alla diffusione di tutto ciò che oggi è possibile fare in rete, sia uscito dal suo stato e si sia diffuso senza soluzione di continuità, ma così facendo, perdendo la sua natura.
Scorro la mia “lista degli amici”, alcuni di loro son li perché amici di amici di cui ho accettato, o richiesto l’amicizia solo perché suggerito da qualcuno, o perché appartenenti ad un gruppo. Altri “amici”, sono veri, nel senso che c’è una base su cui basare FB, nel senso che ogni tanto (per lo meno) li vedo o li sento, in buona sostanza ne ho un rapporto personale. L’ultima fetta di “amici”sono persone che ho frequentato, ma che poi i casi della vita hanno allontanato, e che se non fosse per FB non avrei magari anche scordato la faccia. Ma con in quali, comunque, continuo a non avere scambi personali.
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